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Felice Pietrinferni

Nato a maggio del 1945 a Canzano, la sua vita si svolge a Roma dove si trasferì fin dall’età scolare. Fin da piccolo fu evidente la passione per il mondo della meccanica e dei motori: fu quindi naturale, per lui, finite le scuole, avvicinarsi a quel mondo iniziando a lavorare presso meccanici.

Riparare e risolvere problemi meccanici, nonostante lo aiutassero ad approfondire la conoscenza della materia, non lo soddisfacevano anzi, sempre più, facevano emergere quelle caratteristiche per cui sarà in seguito stimato: la studio della meccanica, la ricerca e quindi l'”invenzione”, cioè la progettazione e la realizzazione di migliorie meccaniche, congegni, attrezzature nel campo sia automobilistico che motociclistico.

Intorno agli anni 70, economicamente autonomo, rivolge la sua attenzione all’attività agonistica nel mondo motociclistico collaborando con Tommaso Piccirilli, promettente pilota perito tragicamente ad Imola nel 1975 ed in coppia col quale vinse la 500 km di Vallelunga con una Honda-Samoto 500, primi assoluti davanti alle Suzuki 750.

Tutti gli addetti ai lavori conoscevano la sua officina a Roma, nella mitica Via dei Marsi 18 nel cuore dello storico quartiere di San Lorenzo, all’epoca popolato da tantissimi artigiani.
Elaborava da solo, per sé e per altri, motori e soprattutto telai, marmitte e altri dispositivi innovativi, per l’epoca, come i nuovi freni a disco per moto: progetta e realizza, infatti, kit di trasformazione da freni a tamburo a freni a disco per le più comuni moto utilizzate per gare di derivate di serie o per semplice turismo.

Tutti riconoscevano il suo furgone Ford Transit color aragosta, sgangherato ma con un motore Fiat turbocompresso trapiantato senza manifestazioni di “rigetto”. Questo dei trapianti è un po’ una fissa del Felice, infatti, in tempi precedenti aveva quasi completato l’installazione di un motore Mini Cooper sull’avantreno di una Fiat 500 costruendo un apposito telaio e spostando il serbatoio nel vano motore; sempre su una Fiat 500 aveva sostituito tutto l’avantreno con l’avantreno di una NSU Prinz 4 dotata di freni a disco.

Tutti i meccanici di moto dell’epoca lo conoscevano come l’unico che potesse trovare una soluzione a dei problemi meccanici o telaistici impossibili. Unico a Roma, progettò e costruì un robusto telaio e relativi accessori per riallineare i telai di moto incidentate. La conoscenza approfondita, poi, dei telai moto, gli consentirono di cimentarsi anche nella costruzione di interi telai. Notevole la realizzazione di una moto il Pentamotor con motorizzazione Benelli 250 4 cilindri e telaio completamente inedito in “alluminio avio”.

Diario

1963 La mia prima moto! una Ducati 98 Sport;

1966: Costruzione del primo telaio;

1969: Prima gara in salita con moto da corsa Aermacchi 250 Ala D’oro 1a serie;

1971 Partecipazione al Campionato Italiano Velocità Junior con Aermacchi Ala D’oro 2a serie

1972 Partecipazione alle gare per Derivate di Serie con Kawasaki 500 3 cilindri. 500 km di Vallelunga.

1973 2° classificato alla Categoria A alla 500 KM di Modena; 2° qualificato alle prove 500 KM di Monza;
1° classificato alla 500 KM di Misano Adriatico
1° assoluto (davanti alle 750) alla 500 KM di Vallelunga con Honda 500 Four ufficiale SAMOTO e partecipazione ad alcune gare per sidecar come passeggero;

1974 Partecipazione a varie gare tra derivate di serie e Benelli Day con Benelli 250, Kawasaki 500 3 cilindri, Suzuki Vallelunga, Honda Four, Harley-Davidson 350 GP, Laverda SFC;

1975 / 1983 Costruzione di un sidecar da competizione con motore Suzuki 750 3 cilindri, ottenendo un 2° posto alla prima gara disputata e 1° classificato nella seconda gara, Costruzione del “Pentamotor”, moto appositamente realizzata per gareggiare nella categoria TT4;